mercoledì 18 marzo 2015

U.S.S. Spirit of Lindbergh

La grande crisi all'inizio del 21° secolo aveva colpito sufficientemente duro tutti i paesi. I primi a tirarsene fuori furono gli Stati Uniti d'America, quelli che la crisi l'avevano generata.

Per lungo tempo la colonizzazione umana di Marte fu un progetto sull'orlo della cancellazione, finché il professor Leblanc, docente di macroeconomia a Parigi, sentenziò che l'unico modo per uscire dalla crisi globale fosse una serie di progetti enormi di respiro planetario e che questi che fossero finanziati in gran parte dagli Stati Uniti.

La manovra funzionò lentamente, ma serviva qualcosa in più. qualcosa di colossale e simbolico: fu così che la missione "Marte 1" diventò completamente americana.
A tutti i non americani che vi partecipavano fu offerta l'opzione di diventare cittadino americano per continuare a lavorarci e furono pochi di questi a rifiutare l'offerta.

Ora quindi la nave spaziale "U.S.S. Spirit of Lindbergh" era nell'orbita del pianeta rosso pronto a far discendere il primo modulo d'atterraggio sul pianeta, o forse sarebbe stato meglio dire ammartaggio.

Vernon Connoly, comandante di missione, salutò alla visiera il vice-comandante Marjia Kovalsky:
"Le affido la nave, vice-comandante!"

Marija rispose al gesto prima con tutta la mano, poi serrò il pugno lasciando solo indice e medio vicino alla tempia e sorrise.

Connoly le sorrise di rimando e disse:
 "Le vecchie abitudini sono dure a morire, eh?!?"


E chiuse il portello del modulo. Poi perentoriamente aggiunse:

"Partenza fra 30 minuti! Sgombrate la zona d'attracco!"
 E gli altri 3 membri del modulo cominciarono i controlli pre-lancio.

Trenta minuti e il tempo di discendere dall'orbita del pianeta il modulo toccò la superficie.

Connoly sapeva che il mondo lo stava guardando, anzi forse da ora doveva pensare  "i mondi".

La liturgia del momento era stata studiata a tavolino: nelle piazze di tutto il mondo la gente era accalcata attorno a maxi-schermi per seguire l'evento in diretta con loro.
La discesa era stata ad ogni modo pianificata durante la prima serata della costa orientale americana per ottenere il massimo share in patria.

"Aquila due è atterrata!" e nella sua testa poté solo immaginare il boato nelle piazze e nei salotti di chi aveva deciso di seguire l'evento nel privato della propria casa. E non si sbagliò.

Certo che piazze come Times Square a New York o il Millenium Park di Chicago erano più popolate al momento delle piazze europee o asiatiche, dove il rimbombo della folla era meno forte e la partecipazione patriottica all'evento era meno sentita, ma l'applauso di sollievo ci fu effettivamente ovunque.

Nonostante i nuovi comunicatori ad entaglemement quantistico trasmettessero i dati istantaneamente alla terra la diretta era comunque ritardata dei canonici 5 secondi, in caso...


Connoly rivolto agli altri chiese: "Pronti all'apertura?"
"Lynch, affermativo!"
"Lesterson, affermativo!"
"Pedrelli, affermativo!"
Risposero gli altri astronauti.
"Aprtura!" Sentenziò Connolly.

La scaletta toccò il terreno, Connoly cominciò a discenderla e prima dell'ultimo gradino disse:

"Un altro piccolo passo per un uomo, un altro balzo da gigante per l'umanità!"

Stavolta la gravità marziana non permetteva i salti incredibili di Armstrong ed Aldrin sulla luna, ma era comunque divertente spiccare qualche balzo, specialmente vista la fatica fatta di vivere a bassa gravità per parecchi mesi sulla Lindbergh durante l'avvicinamento.

"Rapporto operativo numero 723. Tutto come previsto, Houston! Procediamo con la bandiera!"

Connoly scavò un piccolo buco dove incuneò il basamento della bandiera. Pedrelli manovrava la telecamera. Lynch srotolò la bandiera stelle e strisce e la mise sull'asta. Stavolta il vento c'era e l'astina non serviva per rendere il momento più lirico. Infine la porse al suo comandante.

"Io, Colonnello Vernon Connoly, prendo possesso di questo pianeta nel nome degli Stati Uniti d'America!" Ed infilò con forza la bandiera nel basamento.

Solo che la bandiera non colpì il basamento ma l'asfalto. Connoly restò un attimo interdetto, guardò Pedretti che in realtà non lo stava più inquadrando ma si guardava attorno: dietro a lui, su un maxi schermo,  le stesse immagini che stava girando con un ritardo di 5 secondi.

Connoly era nel centro della piazza Piazza Rossa a Mosca semivuota con la bandiera americana in mano. Su un palco, sotto il maxi-schermo il presidente della confederazione russa lo stava guardando con gli occhi sgranati. Regnava un silenzio innaturale che durò alcuni secondi.

"Anche se è la Piazza Rossa come Marte, Connoly, spero che questo non significhi che avete preso possesso della Russia!" disse il presidente russo prima di scoppiare a ridere, seguito da tutti i suoi concittadini,  che si ripresero dallo shock con quella battuta.

"Houston! Qui Colonnello Connoly! Che succede?!?! TOM, CHE CAZZO SUCCEDE?!?!" Chiese Connoly fra il rabbioso e il terrorizzato.

"Qui Houston, Vernon! Col cazzo che ne so qualcosa!" Gli rispose il comando missione nel medesimo tono.
"Avete contatti con il Lindbergh? Marjia che dice?"
"Marija è qui davanti a me con tutto il resto dell'equipaggio! A parte un po' di mal da gravità stanno bene!"

"Come sarebbe a dire che Marjia è lì? E come cazzo ci è arrivata?" Sbraitò Connoly.

"Vernon, sei tu quello a Mosca e vieni a chiedere a me come LEI sia arrivata qui? Che risposta vuoi da me? Comunque come per te: è apparsa all'improvviso!"

Poi Tom Lugansk, il comandante di missione a Houston, chiese ai suoi sottoposti notizie del Lindbergh.

"E' ancora in orbita attorno a Marte, signore!" rispose uno dei suoi operatori.

"Riusciamo ad avere una telemetria dei sistemi sullo schermo centrale? Vediamo di capirci qualcosa!" Disse Lugansk.

"Signore..." lo interruppe il suo sottoposto "... rilevato intruso a bordo! Le telecamere interne sono state disattivate! Messaggio scritto in arrivo direttamente dalla master console del Lindbergh!"

Poi l'operatore fece una pausa. Si voltò verso Lugansk con espressione sbigottita:
"Signore..."
Lugansk ordinò:"Sullo schermo, tenente! Lo mandi sullo schermo!"

E sullo schermo principale apparvero le seguenti parole:

"Non rubare! Quante volte dovremo ripetervelo?"