mercoledì 31 dicembre 2014

Parola fastidiosa 2014

Accidenti, significa che è già passato un anno  (autoreferenzialità... finalmente so cosa si prova!) fra post abortiti e post effettivamente usciti.

Ci riflettevo le ultime settimane: che parola mi ha infastidito, da non volerne più sentire? Beh, ce ne sono ben tre in nomination (argh... nomination maledetta).

La terzultima è "80 euro" ma più che una parola è un vero e proprio concetto: lo trovo fastidioso perché di "bonus Renzi" se ne è parlato troppo e spessissimo ad cazzum.
Come si riconosce un commento ad cazzum? Solitamente comincia con un'espressione tipo "io li ricevo /non li ricevo ma..." tutto ciò che segue è imbarazzante di solito.

E ad un certo periodo dell'anno qualsiasi rapporto con la tassazione pubblica sembrava ridursi ad un multiplo degli 80 euro, sempre con un bel "ma" in ogni frase.

Comunque sia non possono vincere gli 80 euro di Renzi perché alla fine son soldi in più e non in meno che arrivano.

Invece le vere parole che fanno roteare gli occhi al cielo sono concetti orribili.

Al secondo posto Ebola: orrore della natura a cui gli uomini cercano di porre un freno.

Al primo posto Isis: orrore degli uomini a cui la natura dovrebbe porre un freno.

Sì mi aspettavo un post più leggero anch'io, ma facciamoci un augurio: speriamo che l'anno prossimo i primi due di quest'anno siano solo un lontano ricordo, entrambi debellati, e che tutte le nostre brutte preoccupazioni siano sugli 80 euro dati o non dati.

Buon Capodanno 2015!

martedì 21 ottobre 2014

Fantabasket 201?

Post un po' fuori dall'ordinario, ma per un attimo uno fantastica.
Si parla di Basket: quello sport con la palla a spicchi che seguono pochi.

Poi uno si addormenta e fa sogni e si immagina una A1 "da sogno" appunto. Uno pensa "magari non subito, ma potremmo tornare in A1" e in A1 chi troveremmo? Un sacco di squadre forti e ben attrezzate; ma se potessi, tanto è un sogno, chi vorresti trovare e perché? In un campionato a 16 squadre...


1. Trieste perché il sogno parte dalla mia squadra, sennò che sogno è?

2. Verona perché siccome il campionato è un viaggio nei viaggi lunghi ci si porta dietro gli amici.

3. Udine perché nella vita ci vogliono i derby. Sentiti. Folli. Che il basket già così ci mette del suo per mandarti fuori di testa, Trieste / Udine è qualcosa di più. Da cardiopalma.

4. Gorizia perché nella vita ci vogliono i derby l'ho già detto? Se mi dicessero "non puoi averle tutte e due" sceglierei Gorizia, perché questa partita è ancora peggio, o meglio. In omaggio con il biglietto un check up alle coronarie.

5. Venezia il vicino di grande blasone: senza Venezia non è un' A1.

6. Torino di altalenanti fortune è una sfida che mi metterebbe tanta nostalgia.

7. Cantù città che vive basket, respira basket, sogna basket ed è di diritto nel mio sogno.

8. Bologna Virtus vedi sotto
9. Bologna Fortitudo ci si può emozionare vedendo i derby degli altri? Allora non si può non pensare che le vorrei vedere passare entrambe. Rivoglio i Derby, magari scudetto, rivoglio Bologna che diventa "la matta" a maggio. Con la Virtus poi ho un ricordo indelebile di quel Gentile a tutto campo...


10. Milano i campioni d'Italia sono legati a Trieste da ruggini rancori ed amori, tutte cose che si risolvono sul campo

11. Siena pensate quello che volete di Siena, ma che senso avrebbe arrivare in A1 e non trovarci Siena?

12. Pesaro un incubo più che un sogno, ma seriamente ne faremmo a meno? La tipica partita da centro campionato che poi te la ritrovi alle ultime giornate come un sasso nella scarpa: batterla per andare ai playoff o evitare i playout, non importa, Pesaro è là che attende per segnare ancora una volta il destino di Trieste.

13. Caserta perché mi sto rendendo conto che sono stato nordcentrico nella mia A1 a colpi di derby e a Sud si vive grande basket; a Caserta più che altrove.

14. Treviso ti odio e ti amo, come ciò sia possibile non lo so. Quello che so è che ti rivoglio con me.

15. Roma è la capitale.

16. Reggio Calabria è l'unica che non abbia una vera ragione per essere qui. Passava per caso. Nel mio sogno finisce in A2 e fa posto ad altre squadre che meritano il passaggio in A1: Capo D'orlando, Biella, Pistoia, Sassari, Reggio Emilia e la futura squadra che metterà in ombra i soliti noti.

Suona la sveglia. Mancano all'appello parecchi nomi, noi ci siamo vicini eppure così lontani.
Ti lascia l'amaro in bocca la cosa: sportivamente uno pensa che i soldi non dovrebbero contare così tanto, ma è un pensiero ingenuo e romantico.

giovedì 28 agosto 2014

Racconto di fantasia grottesco: l'hockeista

Stava nastrando la propria stecca una volta di più. Sguardo serio. Non era la solita concentrazione adrenalinica da pre partita, ma all'esterno Joel appariva come al solito.
Joel Reiter era un predestinato: figlio di un hockeista in nazionale e di quella che oggi definiremo una "groupie" del padre aveva l'hockey nel sangue: una coordinazione occhio / mano strepitosa, un senso dell'hockey sopraffino, un genio della tattica e non ultimo un tiro battuto devastante e preciso.
Ma non era in NHL.
Non era nemmeno in serie A1 italiana.
Non viveva nemmeno di hockey, nonostante vivesse per l'hockey: con grande ignominia per la famiglia Reiter era impiegato come commesso nel negozio di alcolici del paese.
Il suo piccolo problema era l'incapacità a pattinare: stava sì in piedi ma tendeva a cadere al minimo contatto, a farsi distanziare nello sprint addirittura dai bambini delle giovanili e riusciva a cambiare direzione con la grazia di una balena spiaggiata; e questo nonostante i continui allenamenti coi più bravi insegnanti che la pedemontana potesse offrire.
Il fallimento di papà Reiter arrancava come centro della terza linea della squadra amatoriale del paese. Nemmeno la prima linea.
Capitava certe volte che si trovasse nella zona giusta del rink, in completa solitudine e ridosso della linea blu: quando il disco gli arrivava in quelle condizioni e riusciva a non cadere nel girarsi, entrava  un paio di passi nel terzo d'attacco avversario e se il difensore avversario non ci metteva troppo a recuperarlo scatenava il suo tiro. E raramente sbagliava.
Ma questo capitava solitamente la prima volta che incontrava la squadra avversaria: ora era da anni che non gli capitava più queste occasioni: i difensori che lo avevano in custodia avevano compreso che portargli via il disco era eccezionalmente facile pattinandoselo a dovere.
Passavano gli anni e la sua capacità fisica stava venendo meno, ma oggi era la sua occasione per fare il grande salto nell'hockey che conta.

"Allora ragazzi!" incominciò l'allenatore "Questi li conosciamo bene! Li abbiamo incontrati 4 volte in 5 mesi fra coppa e campionato: sappiamo chi marcare, sappiamo su chi andare morbidi e sappiamo chi è la testa di cazzo... Joel... hai capito?"

Già, Joel conosceva bene la testa... calda: Nikolas Kramasteter.
Già il nome faceva pensare ad una marca di tritacarne: alto 2.05 mt., peso 130 kg non bardato ed un brutto brutto carattere. Un'idiota sui pattini che sfogava in balaustra la frustrazione dei tre divorzi sulle spalle: troppo idiota per tenersi una moglie e troppo idiota per imparare dagli errori precedenti.
Non aiutava inoltre la sua attitudine alla rissa, sia sul rink, sia fra le mura domestiche dove evidentemente la qual cosa non era cavallerescamente tollerata come in campo.

"Joel! E'tutta la stagione che ti pizzichi con quell'idiota! Spero che nel finale della scorsa partita tu ed il signore vi siate "spiegati" per l'ultima volta!"
Con "spiegati" l'allenatore intendeva una di quelle belle risse che rischiano di trascinare le panchine in campo se non sedate in tempo terminate con la doppia penalità maggiore per entrambi e 2 minuti di minore per "istigazione" a Joel.
"Capisco che sia un idiota, ma anche tu ad attaccare briga proprio con lui..."
"OK, Mister!" Rispose sfrontato.

Partita noiosa fino a metà del terzo, con le squadre in parità e Joel appena entrato in campo: ingaggio in zona d'attacco per la sua squadra. In campo c'era anche Kramasteter.

Joel era solitamente velocissimo degli ingaggi ma quello, stranamente, lo perse. Il disco fu passato all'energumeno idiota.
Fu lì che incominciò: Joel non si curò delle posizioni da tenere ma caricò entro il limite del regolamento, piuttosto duramente il gigantesco difensore appoggiandovisi addosso con tutto il peso. Questi passò il disco dietro la porta al suo compagno di squadra e rispose alla gentile cortesia di Joel con una gomitata in volto. Joel, cercando di non farsi vedere, rispose con uno sgambetto sul suo pattino. Nessuna penalità. L'aveva fatta franca.
Cercò di spostarsi goffamente davanti alla porta avversaria mentre la sua ala sinistra (velocissima) cercava di chiudere sull'altro difensore: nella nuova disposizione dei giocatori Kramasteter era libero e quindi il suo compagno gli ripassò il disco lungo la balaustra dietro la propria porta.
Joel, vista l'azione,  si fiondò come un razzo e sull'ultimo passo prima di impattare si girò di schiena saltando.

Esiste un comportamento che non è sanzionato soltanto dall'hockey ma dal codice penale: piantare la stecca sulla balaustra e farsi passare il manico sotto l'ascella in modo che questa funga da spuntone solidale alla balaustra: se uno ti arriva addosso a tutta forza impatta prima contro questo paletto di legno con effetti più o meno gravi e se c'era una testa di cazzo che sapeva farlo veramente bene quella era Kramasteter.
L'idea era farla arrivare in faccia o sul petto dell'avversario, ma non potendo vedere dietro la testa si limitò ad attendere il colpo. Joel si accorse del bastone quando era già in volo.

Era a terra, faccia sul freddo ghiaccio,  e capì che qualcosa di grosso doveva essere successo dagli sguardi attoniti dei presenti: Kramasteter compreso.
 "Joel! Joel! Rispondi!"
Gli intimò un suo compagno.
"Sto bene! Sto bene!"
"Ragazzo, se ti tocco qui?" chiese il medico della squadra entrato in campo.
Il medico era entrato in campo?!? Ma da quanto tempo era a terra?
" 'Qui' dove?"
 Ed i suoi compagni di squadra si guardarono fra loro con uno sguardo sbigottito, tradendo la gravità della situazione.
" 'QUI' DOVE?!?!" ripetè con una voce che era misto d'ansia e rabbia.
"Ragazzo... hai preso una gran brutta botta alla schiena. E'presto per fare prognosi, quindi sta tranquillo per ora! Aspettiamo la barella!"

Ma lui non aveva bisogno di ulteriori analisi: sapeva bene il responso. Aveva sentito un orribile suono provenire dal suo corpo nell'istante dell'impatto: sapeva che sarebbe rimasto paralizzato dalla vita in giù.
Provava freddo.
Aveva pianificato ad arte il tutto.
Aveva volutamente sabotato i suoi paramenti per ridurre la protezione da impatto.
Aveva volutamente provocato Kramasteter tutta la stagione per portarlo a reagire alla minima scintilla.
Sapeva che avrebbe puntato la stecca in balaustra.
Aveva atteso la sua occasione e l'aveva colta.
Ed ora doveva solo trattenere il sorriso per il piano riuscito, continuando a recitare la sua parte dell'atleta affranto.
Nella nazionale paralimpica Hockey Ghiaccio avrebbe avuto finalmente la gloria che la sua famiglia attendeva: mancavano due anni alle Paralimpiadi, avrebbe fatto a tempo a rimettersi in sesto e convincere il commissario tecnico a portarlo con sè grazie al suo formidabile tiro.
E la sua storia sarebbe stata gloriosa: infortunato in una partita di hockey!
"L'uomo è l'artefice del proprio destino" recita un motto. Gli altri membri della squadra  paralimpica non avevano certo scelto la loro condizione ma lui  no: era stato furbo.
Sicuramente se si fosse lasciato sfuggire prima qualche dettaglio sul suo folle piano gli avrebbero spiegato che ciò che stava meditando era pura follia, che gli atleti paralimpici avrebbero fatto sicuramente a cambio con la sua condizione. Beh lui voleva fare a cambio con loro, ma visto che non si poteva con le buone...


Salutava mentre la barella usciva dal campo e l'applauso di incoraggiamento del pubblico gli sembrava già quello della cerimonia di apertura dei giochi.
Bastava solo aspettare, ma intanto sentiva sempre più freddo.

Fuffaware: il motore di ricerca - social 3.0 che mancava

Salve mi presento, sono il CEO di una startup e stiamo assumendo. Stiamo assumendo che tu sia disoccupato e sufficientemente disperato per lavorare con noi.

Il mio curriculum è chiaro e vincente: dice che ho lavorato per Google(tm) e Microsoft(tm), anche contemporaneamente, e se chiedete le mie referenze lì scoprirete che sono stato project manager e capo di un vasto team di risorse, che potrebbero essere state non risorse umane ma scope e secchi,
dell'area "drop and clean" con una visione d'insieme focused sulla "very backend section" di entrambe le aziende.

Ora, stanco di vivere della luce riflessa dei megamiliardari proprietari delle succitate software house, ho deciso di creare una breakthrough application che renderà il mondo dell'internet più internet di internet: fuffaware.

Fuffaware è innovativo.

Stanchi del 2.0?
Ormai sa di vecchio, vero?
Allora ecco che arriva internet 3.0.
Sarà ipv6 compatibile? No!
Sarà a connessione istantanea utilizzando l'entanglement quantistico per comunicare? No!
Avrà una capacità di banda e latenza che nessun altro website ha mai avuto? No!

Avrà un grosso bottone bottone rosso centrale. Tutti amano i grossi bottoni rossi centrali.
Quando lo premerete il grosso bottone rosso centrale emetterà un suono.

Fuffaware è personalizzabile.

Il grosso bottone rosso centrale potrà emettere lo stesso suono o suoni diversi o addirittura random un suono a caso.
Il grande bottone rosso centrale in tutta la sua gloria!  


Fuffaware è sorprendente.

Un giorno potremmo far diventare, senza preavviso, il grosso bottone rosso centrale verde per alcune ore, alcuni minuti, o forse mai. Chi lo sa?

Fuffaware è spiazzante.

Potremmo invece farlo blu il grosso bottone rosso centrale.

Fuffaware è differente.

Altri hanno provato prima a reinventare il web. Sì ok, lo ammetto... qui sto proprio prendendo per il culo qualcuno.

Ma è fantastico! Come funziona?

Qui sta la vera differenza! Lo decidi tu! Entra nel programma di sviluppo avanzato preregistrandoti come power user supersegreto che quando la cosa sarà online non avrà alcuna differenza dall'ultimo user appena iscritto. Ma proprio nessuna.

No, veramente, come funziona?

L'idea è geniale: tu scrivi una ricerca su internet poi noi registriamo la tua ricerca sulla tua login e quando qualcun'altro fa una ricerca analoga alla tua vi mettiamo in contatto. Limitless friendship opportunity!!!

Finché cerco zangole mi ci può stare bene, ma quando cerco cose più "intime"?

Limitless friendship opportunity, brutto fanatico del fisting!!!

Da dove arrivano i soldi?

Essendo una startup da qualcuno che abbiamo fregato, da donazioni dei nostri power user supersegreti che doneranno volentieri ingenti cifre per non dire alle loro mogli le loro ricerche più intime e dal fatto che ogni volta che premerete il grosso bottone rosso centrale il NWO (ce l'hanno promesso) ci inviereà 0.05€.
Io non ci credevo ma dopo aver premuto il grande bottone rosso centrale una dozzina di volte ho ricevuto il resto da un parcheggiatore abusivo a Napoli.
  
 

giovedì 24 luglio 2014

Dimmi con che auto vai...

Augurandomi che qualora uno di voi si riconosca nel modello citato non si riconosca nei comportamenti, non sarò né il primo né l'ultimo ad intavolare questo discorso, ma mi sono accorto che particolari categorie di guidatori si comprano sempre i medesimi modelli di veicolo; financo dello stesso colore.

Mi chiedo come ciò sia possibile. Forse che l'esperto venditore quando ci guarda in faccia ha già capito tutto di noi e ci fa accomodare nel mezzo che più ci compete?

"Buongiorno, volevo un'utilitaria giapponese dai buoni consumi che ha modificato in peggio l'estetica negli anni ma rimane un ottimo prodotto!"
"No signore, una rapida analisi lombrosiana del suo volto mi dice che lei mi deve seguire nel reparto SUV!"
"Ma io non voglio un S..."
E parte in sottofondo "love of my life" dei Queen (chissà se capita anche a J-Ax?) mentre vede il SUV della stessa marca che termina con un 4 rigorosamente di colore GRIGIO.


Mi fanno degli stalli apposta per farmi sembrare piccolo


"Non so perché ma sono attratto da questo mezzo... quanto consuma?"
"Troppo!"
"E'un mezzo valido per la città?"
"Diciamo che si inserice bene nello skyline!"
"Consuma?"
"Solo chi non ce l'ha!"
"Me lo posso permettere?"
Ci guarda le scarpe e può rispondere:
a) "Forse" (e la giornata per lui terminerà con la vendita)
b) "No" (ma pronunciato come se dicesse "Pezzente!")


Nel malaugurato caso sia b) il cliente, che ora non vede che SUV grigi nel suo futuro, esce dalla nota marca giapponese sconsolato ma vede subito un'altra marca giapponese che si chiama quasi come una crema intima (e che verrà usata per lenire il fastidio dopo l'acquisto) e compra un Qsh... Cash....
Quozsch...
boh...
quello lì dai...
"Pensa a dove possiamo andare con questa!"
"Mi viene in mente solo un posto"

Solo che per un imperscrutabile motivo può essere anche bianco oltre che grigio stavolta.

Che sia a) o b) il risultato finale è quello che conta:
"C'ho il SUV ed ora posso usarlo per tutto quello che ho sempre sognato!"
"E a cosa ti serve?"
Chiedono gli amici
 Dopo il primo smarrimento dovuto alla consapevolezza di essere stati fregati segue un:
"E' alto, vedo la strada!"
Preoccupante come affermazione, vuol dire che fino ad allora non l'aveva mai vista?
"Vedo MEGLIO la strada!"
Che potrebbe starci come affermazione, non fosse che lo stile di guida non convalida la tesi: ogni svolta, accelerazione, manovra  costa al pilota di questi modelli porzioni di fegato, quintali di carburante e sembra sempre che sia completamente inconsapevole del mondo che lo circonda*.


"MA COME E'POSSIBILE?!?!? HO UN 2000 a tavoletta e mi muovo come un elefante!?!?!"

Passa una vecchietta in 500: "SCROSTATI, GIOVANE DI MERDA!"
Fujiiiiiiiikooooo ghghgh, guarda quello!


"Posso andare tranquillo in inverno quando nevica!"

A patto che uno comperi le apposite gomme da neve o le catene.
Poi uno scopre quanto costano per i SUV.
"Perché vede, signore, la ruota speciale sovramisura ha una difficoltà rispetto alle macchine più basse ma solo per lei oggi..."
Poi il commesso/gommista ci guarda le scarpe e può dire:
a) IL PREZZO
b) "Ascolti, d'inverno prenda l'autobus!"

Ma tanto è un SUV: basta non andare in montagna e il perfetto bilanciamento dei pesi mi permetterà di affrontare ogni pericolo invernale urbano senza fallo.
Quindi il nostro procede sulla neve col suo minibus a gomma liscia a una velocità irrisoria e faccia terrorizzata nella tormenta urbana, finché un clacson lo ridesta dal suo torpore: è la vecchietta in 500 che lo sorpassa con le gomme da neve:
"TI HO DETTO DI SCROSTARTI!!!"

  Che sia estate o che sia inverno, dopo i primi bolli, conti carburante il nostro guidatore comincia a sfogare la propria frustrazione  sui pedali come un forsennato, compiendo manovre al limite del suicidio, mentre col telefonino in mano** telefona e smessagia notificando a tutti il suo disappunto.


"Mi sa che vendo sta m*** e mi faccio il modello superiore di una nota marca tedesca! Aspetta, chiudo, che forse c'è un parcheggio!"


Cosa porti una persona a pensare che una vettura di 4,32 m entri in un pertugio di 3,57 m è qualcosa che anche uno psicologo dilettante può comprendere. Tuttavia gustarsi il tentativo di parcheggio risulta sempre affascinante: ricorda un accoppiamento tra balene.


Mentre impreca nella sesta manovra, coi sensori di parcheggio che sembrano la colonna sonora di PacMan riceve un SMS 'SCROSTATI, PIRLA, NON CI STAI' è la vecchina con la 500 dietro di lui che ha già puntato il parcheggio.

"Con la macchina grande mi sembra mi rispettino****"
Sì, e questa invettiva ne è la prova!

Solitamente poi si rinuncia al SUV e si passa sulle 2 ruote, ma questa è un'altra storia...

* La teoria dice che se uno è scarso alla guida, su un SUV diventa uno scarso visibile da lontano
** Se uno ha speso tutti i propri risparmi nella macchina e nel cellulare iperultra è improbabile che possa ancora comperarsi 15€ di auricolare, o qualora possa è probabile non sappia come usarli.
*** meraviglia
***** giuro, me l'hanno detta

venerdì 4 luglio 2014

La Genesi di Vito Catozzo e quando incontrai Faletti

Correva l'anno 1998 ed in uno sperduto lembo d'Italia Giorgio Faletti portava in giro uno spettacolo in cui raccontava la genesi di Vito Catozzo.
Siccome è ancora vivida nella mia memoria la scrivo qui, prima che venga perduta e spero possa far ridere altri come fece ridere me.

Rivolto al pubblico.

-Molti mi chiedono 'ma come ti vengono certe idee? Da dove tiri fuori questi personaggi?'
Mah! Certi sono frutto della fantasia, mentre altri (ride) si vengono a costituire.

Avete presente il tipico signore meridionale?
Con un po' di pancetta?
Quello che trascina il bambino di 5 anni a cui nonglienepuofregaredimeno di essere lì in quel momento?
Ecco, immaginate questo signore!-

Mima il gesto di tenere per mano il bambino e da qui in poi parla con la voce di Vito Catozzo

-NOOO, GUARDA CHI C'EEEE'!!! C'E' FALETT', QUELL' DELLA TELEVISIONE!!! 'O CONOSCI?!?!?!?-

-E il bambino...-

Mima il gesto di un bambino tenuto per mano che scuote convulsamente la testa come a dire no e con occhio vitreo.

-MA COME NOOO?!?!?! FALETT', QUELLO DI "e pensate forse che io e non vi veda?"-

Bambino che continua a dire no.

-MA COME NOOO?!?!?!??! QUELLO DEI GIUMBOTTI!! MA SI CHE 'O CONOSCI!!!


Maaamm' signor Faletti!
Ma lo sa che quest' c'ha 5 anni e quando la vede per tv già si mett'a ridere?
Mamma mia, c'è Falett'!!!-

Rivolto al bimbo.

-'O CONOSCI?!?!?-


Sempre no.


-Mamma mia, quante ore liete c'ha fatt' passar' ridendo in famiglia..  Mamm' mia!
Quello del "e pensate forse che io non e vi veda?"
O con quell' del Brasile.... mamm'mia! Quante risate!!! 'O CONOSCI?!?!?!?-

Sempre no.


-E poi scatta quella richiesta, con quella faccia tosta del sud contro la quale non puoi proprio fare niente. Disarmante.


Faccia seria di Catozzo.



"SENT'MAAA.... io tengo un figlio che ha quindic'anni che già tiene tutt':  'a mimica, 'a voce, 'umorism: un comico NA - TO!!! SENT'CHEEE... me lo lancia nel mondo dello spettacolo?-

Il pubblico ride, lui fa una pausa teatrale, si mette a ridere lui e torna nel personaggio Faletti



-Ma io ora mi chiedo, ma ste cose... succedono anche a... Cicciolina?

Il pubblico ride e prima che possa riprendersi a raffica, facendo nuovamente la voce di Catozzo.





-NOOOO, GUARD'CHI C'EEEEE'!!!! CICCIOLINA!!! LA CONOSCI?!?!?-

Il bambino annuisce con la lingua di fuori e sorrisino

-'MAAAAA, CHE PIACERE!!! Ma Ciccioli', lo sa che questo tiene 5 anni e già quando la vede si fa le pippett'?

Mamma mia!

Quante ore liete c'ha fatt passar' in famiglia, davanti alla TV!!!

Quella volta coi due negr', uno avanti uno dietro che sembrava un pollo sul girarrost'!!!

O quella volta che s'è infilata su pure l'ananas, mamma mia, quante risate!!!

Sent'maaa.... io tengo un figlio di quindic'anni che già tiene (gesto) 'na mazz tanta, che me lo lancia nel mondo del porno?-


Io sono scivolato dalla sedia.Gli altri, mi pare, ridevano più di me.

Credo di dovergli metà, se non di più, del mio senso dell'umorismo.
Alla fine dello spettacolo mi avvicinai a lui, chiedendogli autografi e riuscii a dirgli con la voce di Carlino di Passeriano Marmorito:

"Io ti seguo da quando otto anni e se sono così scemo è tutta colpa tua!"

Si mise a ridere lui stavolta. Sono soddifazioni.


sabato 21 giugno 2014

Italia mondiale 2014 - Toni giornalistici

Pre partita Italia - Inghilterra

I nostri fortissimi avversari hanno budget miliardari, noi invece siamo un carrozzone mal assortito che cerca umilmente di trovare una direzione che miracolosamente potrebbe portarci fuori dal nostro "girone d'acciaio".

Post Italia Inghilterra

La perfida Albione giace fiammeggiante annichilita dalla superiore classe e dal bel giuoco espresso dalla nostra rappresentativa nazionale. Come novelli Mercurio le nostre ali folano lungo il campo seminando il panico sui malcapitati difensori.
Ma di cotanta superiorità chi è l'artefice? Colui che condivide il nome di Gaio della gens Iulia, Cesare Prandelli.
Cesare, giunto in terra brasiliana, vista la disposizione degli avversari, che erano arrivati a Manaus il giorno prima per acclimatarsi alla Jungla, viste le capacità di Pirlo, il quale aveva appena vinto il campionato nazionale con la Juventus come regista, decise la formazione.
E' la titkItalia, che può soltanto VINCERE. E VINCEREMO!

Post Uruguay - Costa Rica

Ahahahah

Post Italia - Costa Rica

Quel branco di brocchi bolliti è stato messo sotto da dei brocchi sconosciuti senza arte né parte. Come camion della spazzatura nella notte estiva le nostre ali fastidiosamente si parcheggiavano dietro ad ogni avversario del Costarica.
Ma a chi dare le colpe? Ai giocatori? NO! A Cesare Prandelli!
Ma che ci metti a fare Pirlo e Cassano in campo che hanno 40 anni per gamba?!?!
Tanto valeva restare a casa.



lunedì 9 giugno 2014

TLT e TLTismi

Sta lentamente virando in farsa in questi giorni la parabola del "Movimento Trieste Libera", il rivoluzionario movimento che propugna la causa di una libera Trieste deitalianizzata e neoasburgica.
L'Austria, commossa, ringrazia e dice "prendetevela comoda, siete solo un secolo oltre il tempo utile".

Quando le cose vanno male in generale si cerca sempre un capro espiatorio e in Italia, si sa, sono sempre i politici.C'è da dire che la classe politica spesso rende questo compito agevole.

In questo la città di Trieste si dimostra molto più " 'taliana " che asburgica, dove il dogmatico rispetto per le istituzioni è indiscutibile. Ma la grandezza della città è anche rappresentata dalle derive che riesce a generare: in tutta Italia esplode, implode, degenera nel "movimento 5 stelle" a Trieste si fa di più: ci si inventa uno stato ex novo.

Che poi ex novo non è: la favola del "Territorio Libero di Trieste" mi viene raccontata da tempi immemorabili con quel fascino del "diventiamo indipendenti e saremo ricchi grazie al porto".
Frasi che suscitano orgoglio salvo poi pensare "ma io il portuale non lo voglio fare, ho una periartrite scapolomerale sinistra che mi impedisce di prendere il sacco al volo dalla nave che sbarca, diventerò imprenditore". Al massimo venderemo tutti panini ai veri portuali.

Ma il patriota del "Territorio Libero" non vuole sentire ragioni. Perchè pagare tasse a uno stato "invasore" che non fornisce servizi adeguati?

Domanda lecita, che si pone un qualsiasi italiano e fa parte dello scenario politico contemporaneo se scissa dal discorso indipendentista, ma è qualcosa di cui in questa appendicite* d'Italia, complici nostalgie austriacheggianti, proprio non ci si riesce a liberare.
La risposta a questa domanda arriva proprio dalle ultime vicende del MTL: quando gli scissionisti si scontrano con "gli altri" (per non far torto a nessuno dei punti di vista) e non si riesce a venire a capo dell'intricata matassa che cosa si fa?
Si fa paradossalmente intervenire la forza pubblica dello stato invasore, quella che ha pagato il cittadino italiano con le sue tasse. Ma perchè non sono intervenute le guardie pretorie del TLT?

Attualmente denigrare il TLT è talmente facile da togliere ogni gusto. Ma non è denigrando che si ottengono le discussioni più interessanti.

C'è da dire che il MTL è riuscito a catalizzare l'attenzione politica di un discreto numero di persone finalmente interessate nella gestione della cosa pubblica, facendo entrare nel gioco quelli che i politici professionisti chiamano dilettanti.

Ha fatto di più: ha fatto leva per la prima volta da anni sul carattere internazionale e multietnico che fu la fortuna di Trieste imperiale per creare una discreta massa critica
In uno scenario di Europa Unita e caduta dei confini che la tenevano imbrigliata Trieste ed il suo entroterra naturale ritornano uniti e si rendono conto che il futuro non sarà più muro contro muro.
C'è stato qualche politico locale lungimirante che ne aveva già parlato ma politiche suicide di piccoli uomini interne l'hanno messo da parte.

Ma la storia è più forte delle vicende dei piccoli uomini e "l'idea dietro" resta radicata nell'immaginario collettivo ed inespressa politicamente.

La sfortuna è stata che altri piccoli uomini, che si sono già dimostrati per quello che sono, abbiano deciso di impossessarsene.

Il MTL presto sbatterà contro la realtà delle regole internazionali e dell'inapplicabilità delle loro richieste all'ONU. Seguirà il diniego, la rabbia, l'accettazione ed infine la dismissione dei simboli che l'hanno caratterizzato, ma "l'idea dietro" resterà inespressa finché qualcun'altro la ricavalcherà.
C'è da sperare che sia stavolta siano grandi uomini a prendere il controllo dell'idea per fini comuni piuttosto che per fini personali.


* deliberatamente

martedì 28 gennaio 2014

Perché le previsioni del tempo non ci prendono come dovrebbero.

L'argomento è controverso ed è stato trattato da molti prima di me: ma le previsioni del tempo funzionano davvero?

Lungi da me lo scomodare modelli di previsione matematica più o meno fallibili difronte alle variazioni microclimatiche zonali o la riflettività Z dei radar metereologici: sono giunto alla conclusione che sia tutto fumo negli occhi.
Le previsioni meteo sono in mano al racket del narcotraffico internazionale da lungo tempo.

Pensate a "Colazione da Tiffany" e a come la giovane ed ingenua Audrey Hepburn riceve dei pizzini ante litteram da parte del boss carcerato sotto forma di "previsioni metereologiche".
Ordunque quando Giugliacci padre o Giugliacci figlio (il famigerato clan dei Giuliacci) ci avverte che è in arrivo un fronte freddo con neve dai Balcani, che cosa sta comunicando in realtà?
"Neve" è il nome in codice della cocaina. I Balcani sono la sua  provenienza.

Ci avete scoperto, ma non andrete lontano, causa la depressione delle Azzorre
Quei numeri non sono le quote a cui nevicherà ma sono le quantità richieste ai vari grossisti di zona (i grossisti si nascondono sempre in montagna perché si sa "col stoccaggio di montagna il gusto ci guadagna").
I cristalli i neve sono il codice per le zone di spaccio della  metamfetamina.

E'evidente!
E'tutto sotto i nostri occhi!
E' stato facile per loro introdurre il sistema a poco a poco.
"Un anticiclone africano" significa "è pronto l'hahish del Marocco"; "Forti venti di Libeccio toccheranno lo Ionio" in realtà  "dal porto di Taranto in arrivo panetti dal Pakistan (che transita via Libia)".
Era cominciato in sordina , con piccoli inserti nel telegiornale e nella sezione "curiosità" dei giornali (avete mai notato come poi non ci fossero mai due previsioni uguali fra il giornale locale e il telegiornale nazionale? Non erano "modelli diversi" ma esigenze operative diverse).

Il sistema è stato talmente efficacie che si è ingigantito, basti pensare a "The Weather Channel": i vari clan hanno cominciato ad infiltrare i loro uomini migliori per comunicare operazioni sempre più grosse e complicate.
Come sarebbe possibile infatti affermare candidamente "POSSIBILI NEVICATE A MILANO IN AGOSTO" senza destare clamorosi  sospetti?  Facile! Sulla cima del nuovo palazzo della Regione Lombardia è stato nascosto un cannone da neve per ogni evenienza: possono simulare ogni condimeteo in pochi minuti. Ora sappiamo il vero motivo dell'accanimento di Formigoni nella sua costruzione.


Ma nessuno prima di me ha mai avuto questa intuizione?
Certo che no!
I nostri servizi segreti se n'erano accorti da tempo e sono entrati prontamente in azione: sul secondo canale appare un metereologo del fantomatico "servizio metereologico dell'areonautica" che in realtà è una copertura per la sezione antidroga.

Al Tenente Colonnello che ci appare in tv quotidianamente il compito di mandare "messaggi sbagliati" ai clan per far cadere in trappola i narcocorrieri mentre le mostrine cambiano quotidianamente a segnalare agli agenti infiltrati gli ordini:
"Mostrina delle missioni di pace" significa "la tua copertura è compromessa"; "Mostrina del lungo comando" invece "situazione tranquilla".
Gli agenti infiltrati poi hanno il nome in codice di una città. Così se devono dare una notizia a qualcuno in particolare basta che dica una cosa come:
"Si è dormito male a Firenze causa i 30 gradi, percepiti 39!"
L'agente Firenze sa che ha dai 30 ai 39 minuti per darsi alla fuga.
Putroppo a volte gli agenti non ce la fanno a reagire per tempo e quindi i telegiornali in mano al cartello affermano "il gran caldo ha fatto delle vittime a Firenze stanotte".

il Ten. Col. Guidi espone la mostrina con le ali: Segnala ad Aosta 15 come verrà consegnata stanotte.


Ma per fortuna ci sono anche operazioni antidroga che finiscono bene:
"Stanotte l'alta pressione che staziona sulla penisola ha impedito ad una corrente di aria gelida di provenienza atlantica (il cartello di Medellin) di entrare nel nostro sistema arrestandone l'avanzata!"

Io intanto, che alle previsioni ancora ci credo candidamente, aspetto l'aria artica e conseguente arrivo di neve per oggi; ma mi son anche preso precauzionalmente il costume da bagno.

Dedicato affettuosamente alla categoria dei metereologi, fornitori di conversazione spicciola dai tempi di Torricelli.

sabato 25 gennaio 2014

Forestieri (foresti) a Trieste

Trad. "Non è Mary Poppins ma è un forestiero con l'ombrello (durante un giorno di bora)"

venerdì 10 gennaio 2014

Memorie di un tempo che è stato (Esperimento stilistico)

Esercizio stilistico: memorie di un tempo che è stato.

Anni fa esisteva un confine fra l'Italia e la Slovenia che non ho visto cadere in una notte come i berlinesi, ma che ho visto sgretolarsi pian piano: prima l'Unione Europea e l'abolizione del controllo sulle merci, poi la Slovenia nell'Euro ed infine in Schengen per la caduta definitiva.

Ma c'è stato un tempo in cui il confine, e le relative file, dominavano la vita dei transfrontalieri  per divertimento e per lavoro.

Una sera mi trovai a passare il confine con quattro amici e per un incredibile serie di sfortunate coincidenze la foto della carta d'identità di uno dei miei passeggeri fu completamente coperta dalla fototessera di una sua amica. Alla guardia confinaria slovena i conti non tornavano: 2 uomini e 2 donne; 4 carte d'identità; 1 uomo e 3 donne.
Con il fare meticoloso di un consumato burocrate comunista (ma la guardia era talmente giovane da aver solo sentito parlare dal papà della Yugolsavia) staccò la fototessera incriminata, s'era pure incollata, e scoprì quella che sembrava una truffa ai suoi danni.
"Di chi è cuuesta cartadidentità?" (che se uno non lo pensa con l'accento di Ivan Drago non rende nemmeno bene l'idea)
Io lo guardo spaesato; come a dire "BOH?"
"Chi è Pinco Pallino?" e mi giro verso Pinco:"Ma che hai combinato?"
Segue cazziata veemente del poliziotto. E se l'ho fatto immaginare come Ivan Drago un motivo c'è. Per di più gli mancavano quei due denti strategici che dicevano: "ho partecipato a risse!".
La frase percui la serata resterà famosa per me fu:
"Dove pensate di esere? Cuesto è confine, non Pizzeria!"

Restare seri a quel punto fu molto difficile.
Non aiutava il suo collega che da dietro le spalle mi guardava e si spanciava dal ridere. Faceva le faccione come a dire "Che sfiga, proprio con lui..."
Dopo un terzo grado sulle nostre intenzioni ci permise di passare e continuare la serata.
Ma la storia ha il senso dell'umorismo più di quanto uno pensa: oggi il confine è caduto, i gabbiotti e gli uffici della polizia slovena sono stati smantellati e al loro posto è sorto un ristorante / pizzeria.

Nessuno è profeta in patria, neanche sul confine.

lunedì 6 gennaio 2014

So this is Christmas!

E siamo arrivati alla fine ufficiale delle festività: l'Epifania. Siamo passati attraverso un periodo di forzosi buoni sentimenti coadiuvati da musica noiosa.
Io credo che capiti così a qualsiasi cantante di qualsiasi genere (e probabilmente lo propongono anche ai satanisti): verso giugno il produttore si appropinqua con un fare fra l'imbarazzato ed il finto entusiasta, un po' come Paul Giamatti in "Rock of Ages", dicendo:
"Facciamo la 'canzone di Natale' e ce l'infiliamo nell'album!"
Poi dipende dall'artista, ma la risposta nella mia testa sarà sempre qualcosa del genere:
"Ma io sono un artista serio, non posso..."
"L'ha fatta John Lennon, la farai anche te!" (con il "te" usato impropriamente al posto del "tu" per rendere meglio la cadenza del produttore musicale "yankee business oriented" o finto tale)

Ora immagino che scrivere "la canzone di Natale" ad agosto non aiuti tantissimo l'ispirazione, quindi immagino l'artista che piangente torni dal produttore dicendo cose come.
"Non sono ispiratissimo!" oppure "compongo solo merda!"
"Torni al posto e lo fai come tutti gli altri!" (Sì! E' una citazione).

Ed ecco il Natale con le radio e le televisioni che cominciano a bombardarci di spirito natalizio.

E mentre Yoko Ono manda i suoi scagnozzi della SIAE a taglieggiare i bambini delle elementari che ogni anno la rendono oscenamente ricca, puntualmente in accoppiata arriva Mariah Carey, che tutto quello che vuole dal Natale sei tu (o forse oggi preferirebbe il tagliando dei 100.000 km) e te lo ripete a sfinimento.
Ripresi dallo shock (o choque per i francofoni) arriva la risposta alla domanda "che fine hanno fatto gli Wham?"
Nei lontani anni '80 George Michael disse ad Andrew Rigely:
"Siamo all'apice del successo! Facciamo un tour!"
"Fottiti! Abbiamo fatto una canzone di Natale che va... io vivo di royalties!"
Tutto quello che dice la storiografia ufficiale del duo è una menzogna.

Poi arriva lo Slalom speciale fra "Jingle Bell's Rock" e "Santa Claus is coming to town" nelle cover più disparate: versione Rock,  versione Metal, versione Cha Cha Cha, a cappella, dai bimbi, di Lindsey Lohan (la chiosa originale parlava di Ozzy Osborne come parossismo... ma poi ho tovato questo)

Ma non era dei casi di successo con canzoni che si ascoltano ancora oggi volentieri che volevo scrivere, ma dei fallimenti eclatanti: annidate nelle playlist e pronte ad aggredirci a tradimento.

Ne so ben qualcosa io: pochi conoscono Billy Joel bene come lo conosco io (no, non il cantante dei Green Day) e quando ho sentito questa in uno dei suoi album più ispirati mi sono sempre chiesto "macomecaaa...?".
Credo che sia questa canzone (o forse il duetto con Rosie O'Donnel su "Merry Little Christmas"? Certa gente non impara mai!) ad oggi, dopo 3 divorzi, 2 infarti, 3 disintossicazioni da cocaina 2 da "sex addiction"  il suo più grande rimpianto (video trash compreso).

Anche Freddie Mercury purtroppo ha prestato la sua splendida voce per un polpettone natalizio di rara noia: l'unica spiegazione, oltre al vil denaro, è che sia stato fatto con l'intento di convertire i cattolici all'Islam.

Non siamo immuni nemmeno in Italia da questo vizio deforme: chiedete a Max Pezzali.
Sfida: provate ad ascoltare tutta questa canzone e non sbadigliare. Contrariamente agli Wham  qui Mauro Repetto sarà stato lieto di essersi affrancato dal gruppo prima dell'uscita della clamorosa hit!

E dopo tanto spaziare fra noia musicale vi abbandono con quella che è divenuto il mio "Christmas carol" favorito. Buona fine delle feste a tutti!





Bonus track! :)