martedì 22 settembre 2015

Più veloce della luce

Il mio nome è Ettore Pasetti, vice-direttore del progetto "Tachyon Array" dell'università di Roma.

Oggi è il giorno 06/08/2745 e voglio pubblicare al mondo la lettera scritta stamattina dal mio esimio collega, il Prof. Dott. Lorusso Francesco, con l'obbligo di condividerle con tutti i mondi.


Io sono sempre stato allergico alle limitazioni: "non si può viaggiare più veloce della luce" diceva Albert Einstein. Certo,  possiamo da qualche secolo aggirare il problema coi motori FTL, ma è  una forzatura: piegano con delle singolarità quantiche lo spaziotempo attorno a loro e ci fanno passare gli oggetti attraverso, ma non superano fisicamente velocità della luce. Tecnicamente barano.

Sono parecchi anni che lavoro  a questo progetto, il Tachyon Array. L'idea è banale: scomporre un oggetto in particelle subatomiche prive di massa reale chiamate tachioni, particella solo teorizzata da altri fisici ma di cui io per primo sono riuscito a provare l'esistenza in un esperimento che mi è valso il Nobel cinque anni fa. Se ci riuscirò potremo viaggiare nell'universo senza bisogno di navi.

Oramai è questione di minuti: presto una serie di impulsi scomponenti partirà dal tubo collettore che mi punterò addosso. Sono stanco di scomporre e ricomporre orologi al cesio per verificare l'effettiva capacità di arrivare prima di quanto Einstein abbia detto sia possibile; stufo di piante; stufo di animali, cavie, che tornano in perfetta salute. Voglio sapere in prima persona che cosa si prova a superare la luce, voglio che sia un essere con intelletto a farlo, uno che meriti questo onore.

Dappertutto telegiornali, università,  uomini della strada parlano del mio esperimento. Sento l'interesse di tutti i mondi abitati dall'uomo concentrarsi su di me e sul mio lavoro ed io sono pronto ad accettare questo interesse violando il limite fisico scritto sulla pietra della fisica.

In questo momento ho comunque lasciato le mie disposizioni testamentarie al mio legale di fiducia, mi auguro di non averne bisogno ma dovessi io fallire sarei solo una delle molte mattonelle che ha permesso al genere umano l'edificazione della sua evoluzione: un caduto necessario per il bene dei molti.

Ogni dettaglio è stato studiato, analizzato più e più volte, il rischio è minimo, anche se qualche teologo prova a dire che un essere umano ha una complessità ben superiore a quella degli animali: una parte immortale e divina che è chiama anima e che forse non può venire scomposta dal mio raggio, come se ci fosse un campo invisibile a garantirne l'integrità e che io stia rischiando la mia stessa anima.

Tempo qualche ora e avremo la risposta. E' consolatorio sapere che se mi sbaglio non soffrirò perché non dovrei accorgermi di nulla. Ma magari ha ragione lui e accelerando "infinitamente" mi troverò al cospetto di qualche dio. Ma forse dovrei essere più serio nello scrivere.

E tuttavia parte della mia formazione mi fa temere che forse i teologi abbiano ragione: nei secoli abbiamo fatto scelte discutibili anche noi scienziati: Marie Curie ne è morta per aver sottovalutato le forze che stava scoprendo, ma è nel mito. Qualcuno temeva che la prima super-accelerazione avrebbe generato buchi neri o lesioni della realtà. Nulla di questo è successo e non succederà a me, me ne devo convincere.

"Luogo a procedere".L'ordine è arrivato. L'università mi ha dato il via libera in questo istante. La mia curiosità sta per venire esaudita.

Addio.

E'quindi col cuore gonfio di dolore che vi comunico la scomparsa del mio capo, amico e mentore dovuta alla sua mancata ri-materializzazione a seguito dell'esperimento. Spero non abbia sofferto come si augurava. Possa la lettura di questo scritto donarvi il conforto che ha donato a me.

P.S. Stamattina ho riletto il messaggio leggendo solo la prima parola di ogni paragrafo.