mercoledì 18 dicembre 2013

Il 31 dicembre del villaggio

Ogni anno a dicembre leggo post sui social network del tono "vattene <anno in corso> hai fatto schifo!" ed ogni anno puntualmente mi trovo a pensare a come sia stato il mio anno giudicandolo se non buono almeno mediocre.
Da parte mia si sono alternati momenti ottimi e momenti pessimi, come in ogni anno del resto e presumo che la stessa cosa capiti a tutti.
Il sentimento che tutti i nostri guai terminino in data 31-dicembre dell'<anno in corso> dev'essere molto sollevante da provare e giustifica il super rito pagano del cenone di fine anno.
Ma io, che sono pragmatico, temo che il <anno che verrà> sarà altrettanto foriero di momenti negativi, di morti a noi vicini, di morti eccellenti che ci faranno dire: "Vattene <anno che verrà> hai fatto schifo!"
Salvo poi capire che a fare schifo non era l'anno ma l'atteggiamento con cui l'abbiamo vissuto.
Perché se guardiamo bene il <anno che verrà> porterà altrettante nascite e momenti di gioia che al momento non ricordiamo e che non hanno una data precisa.
Poi un giorno ne parleremo e ci chiederemo "che anno era? Ah sì...".
Scusa 1999, facciamo pace.